Thursday, September 8, 2011
13.9.11 софиевка
(see english below)
fa quasi un mese che sono ritornato in ucraina. che bello che ci siamo riuniti di nuovo, io e Valentina. i sei mesi che eravamo separati erano difficili per noi però adesso e come se non fossimo stati separati affatto. Valentina mi ha incontrato all’aeroporto ad odessa con Heiko, un amico nuovo da www.couchsurfing.com. abbiamo passato un bel giorno ad odessa con lui, un uomo molto simpatico, gentile e intelligente. come succede spesso con couchsurfing, il tempo ha passato troppo presto e abbiamo solo toccato il superficie di una buona amicizia.
a sofievka abbiamo una casa con molto terra al limito del paesino non lontano dal fiume. da una parte c'è le case, dall'altra parte c'è solo la natura – l'erba, gli alberi e il fiume. il proprietario l’ha comprato recentemente per $1300US con l’idea di buttare via la casa per costruire una nuova. lui ha lasciato a Valentina la casa col permesso di stare qui tranquillamente per un anno o due. possiamo trattarla come vogliamo noi senza problema. come di solito in ucraina, la casa in campagna ha la cucina a parte dalla casa principale. la cucina qui sta per cadere e non c’è neanche il forno per cucinare però la casa principale è buona – ben’isolata, con il tetto perfettamente apposto. occorre solo sistemare la stufa. Valentina ha già fatto un miracolo per aver abbellito da sola questa casa che da anni era abbandonata. ha piantato l'orto e pure i fiori dappertutto. si nota particolarmente i grandi girasoli con testa gialla e pesante.
nonostante che non abbiamo la luce, ne gas, ne il forno, ne il bagno, ne i mobili, neppure il caffé, viviamo molto bene, anzi piacevolmente. dormiamo fuori sotto le stelle come in viaggio con le bici l'anno scorso. cuciniamo sul fuoco il cibo buono che cresce abbondantemente nell’orto nostro e quello della madre di Valentina. in più abbiamo diverse uva buonissime. quando finisce una, matura l’altra, così ne mangeremo fino a ottobre. un altro miracolo che fa Valentina è il pane lievito madre cotto sul fuoco fuori. lei ha trovato un modo semplice di farlo. il forno ha costruito della pietra (non collegate ma solo una sopra l’altra), nella forma d’un cilindro circa 70 cm di diametro e l’altezza di 70 cm. raccogliamo la legna dal bosco e ci mettiamo il fuoco per cucinare tutte le cose per la collazione. dopo lei mette il pasto del pane dentro la forma alienata con le foglie d’uva poi mette dentro il forno sul caldo che rimane e lo chiude sopra con altra pietra, tappeti e la corteccia per tenere il caldo. lo lascia cosi per qualche ora fino a che finisce il caldo e poi esce un pane tanto bello quanto è buono.
di solito arriva l’acqua del comune al rubinetto in giardino tre volte a settimana però il mio primo giorno qui è rotta la pompa del comune così eravamo senza acqua per dieci giorni. meno male che viviamo vicino al fiume perché ci vuole molto acqua per annaffiare l’orto. facciamo il sentiero fino al fiume a piedi nudi con i secchi. ci laviamo e facciamo il bucato anche nel fiume. insomma abbiamo lo stile di vita come prima della rivoluzione industriale. per quanto sia ‘labor intensive’ è una vita molto semplice, pura, onesta e legata con la terra. Valentina rivolge il lavoro a un gioco, cantando e scherzando, così ci divertiamo senza fatica.
passiamo molto tempo con Vadik, un ragazzino che ha dodici anni. lui è un personaggio molto interessante e unico. dicono che lui è invalido perciò non va a scuola. invece ogni giorno corre attraverso la campagna cantando, gridando e ridendo. è nato con un genere di malattia mentale (probabilmente ha il sindrome fetale alcol) e ha un comporto particolare. comunque è molto affettuoso, sempre allegro ed esprime la buon’ energia senza fine. parla e canta senza tregua con un linguaggio suo. ha la buona memoria, il senso di umorismo ed è molto creativo e intuitivo. spesso risponde in ucraino alla domanda che gli facciamo in italiano e pure ogni tanto comincia di ripetere o cantare qualcosa che abbiamo solo in mente. questa settimana l’ho regalato l’armonica a bocca e l’ha presa subito ha il ritmo e il senso della sfumatura musicale.. ha già sviluppato la tecnica di suonare e cantare contemporaneamente. adesso è molto bello di sentirlo correndo dappertutto suonando e cantando la musica propria sua. Vadik sarebbe il soggetto molto interessante per un film documentario. a lui piace essere fotografato e avanti la macchina fotografica e molto naturale – non cambia nulla.
in questi giorni sto pensando molto agli amici i quali sono capaci di apprezzare o imparare qualcosa della vita nostra qui in questo paesino ucraina sperduta. viene in mente solo tre o quattro persone. mi pare che per il resto questa vita sia troppo austera o noiosa. non so per quanto tempo rimaniamo qui prima di andare in america, credo sia solo due mesi, però se qualcuno di voi ha voglia di trovarci qui ci farebbe un gran piacere. non vi possiamo offrire un letto però c’è una stanza vuota per mettere il sacco a pelo e c’è sempre da mangiare.
la prossima volta scriverà Valentina.
Liam + Valentina
13.9.11 софиевка
I returned to Ukraine almost a month ago. how lovely it is that Valentina and I are reunited. the six months that we were separated were difficult for us but now it’s like we were never separated at all. Valentina met me at the airport in Odessa with Heiko, a new friend from www.couchsurfing.com. we passed a delightful day in odessa with him, a friendly, kind and intelligent man. like it so often happens with couchsurfing, the time passed too quickly and we only touched the surface of a good friendship.
at sofievka we have a house with a big patch of land at the edge of the village not far from the river. on one side there are houses and on the other only nature – vegetation, trees and the river. the owner recently bought the property for $1300US with the plan to demolish it and build a new one. he gave Valentina permission to stay here for a year or two saying we can do anything we want with the house and the land. like is customary in Ukraine, the kitchen is separate from the main house. the kitchen is in a bad state – practically falling down and without a cooking stove. the main house, however, is in great condition – solid, well insolated and with a good roof. in needs only that the wood stove be repaired for heating. Valentina has already performed a miracle to have single-handedly beautified the house that has been for years abandoned. she prepared and planted the vegetable garden and even planted flowers all over the place. you notice straight away the huge sunflowers with yellow heads bending with weight.
in spite of the fact that we don’t have electricity, gas, stove, bathroom, furniture, and not even coffee we live very well here, enjoyably. we sleep outside under the stars like last summer on the bicycle trip. we cook on the open fire the good food that grows abundantly in our garden and that of Valentina’s mother. in addition we have a variety of delicious grapes. when one finishes another ripens so we can enjoy them through October. another miracle performed by Valentina is the sourdough bread cooked outdoors on the fire. she has invented an interesting technique. she built the over stacking rocks one over the other in the form of a cylinder about two feet in diameter and two feet high. we gather firewood in the woods nearby and make the fire for cooking what we need for the day. then she puts the bread dough in a form pan lined with grape leaves and places it on the hot coals that remain in the oven then closes it on top with more stones, rugs and tree bark to hold the heat. she leaves it either over night or until the heat has dissipated. the result is a wonderful bread both beautiful and delicious.
usually the water arrives three days a week from the village supply to the tap in the garden, but the day I arrived the community pump broke down and we were without water for ten days. fortunately we live close to the river because the vegetable garden requires a lot of water. we walk the path to the river barefoot carrying buckets. we also bath and wash our clothes in the river. in short we have a pre-industrial revolution lifestyle. for all that it maybe labor intensive it’s a life simple, pure, honest and tied to the earth. Valentina turns the work into a game, singing and joking, so we enjoy ourselves without fatigue.
we pass a lot of our time with Vadik, a boy of twelve years old. he’s an interesting and unique character. he’s said to be an invalid, therefore, he doesn’t attend school. instead every day he runs through the village singing, yelling and laughing. he was born with a type of mental illness (most likely fetal alcohol syndrome) and has a particular behavior. however, he’s very affectionate, always happy and expressing positive energy without end. he talks and sings continually with a language of his own. he has a good memory, a sense of humor and he’s very creative and intuitive. often he responds to questions that we ask him in Italian and sometimes he even begins repeating or singing something that we are only thinking in that moment. this week I gave him an harmonica and he took to it immediately. he has rhythm and sense for the musical nuances. he’s already developed the technique to play and sing at the same time. it’s wonderful now to hear him running everywhere playing and singing the music of his own invention. Vadik would be an interesting subject of a documentary film. he likes to be photographed and is very natural in front of the camera – he changes nothing.
in the days here I think a lot of the friends who are capable of appreciating or learning something of our simple life here in this forgotten ukranian village. only three or four come to mind. it seems that for the rest it might be a life too austere or perhaps boring. I don’t know how long we’ll remain here before going to America but if someone would like to join us it would be a pleasure. we can’t offer you a bed but there’s a private room to put your sleeping bag and there’s always plenty of food to eat.
the next time Valentina will write.
peace, Liam + Valentina
Monday, August 15, 2011
august will reunite us in ukraine
(english here – si vede sotto l’italiano)
during these six months in america i have moved seven times. without Valentina i didn’t want to put down roots. this week i sleep at the home of my daughter Mandy and her lovely family. i depart friday the 19th of august for ukraine. so friday night i won’t sleep at all but saturday night i’ll sleep next to moya dorogaya (my darling) Valentina. rather than feeling excited i feel a great sense of relief that we will soon be together. in february when i left Valentina alone in ukraine the planet earth was on the other side of the sun – about 300,000,000 miles from here. unlike our bicycle trip last summer, we made this long trip around the sun apart. now we must meet again, recognize one another and continue the next trip always together.
also during these six months i’ve learned a bit of the carpenter’s trade, i earned a bit of money and i’ve passed time with my grandchildren, Molly Kate and Ben. the carpenter job allowed me the opportunity to work with men. for the majority of my life i worked with women, children or alone and avoided men. i discovered that men are not all bad and i’m capable of tolerating them. and it goes without saying that my time with the grandchildren was pure joy.
in the month of july i became sixty, my ukrainian exile finished, i decided to go back there, i bought the airline ticket, then i received the letter from american immigration announcing the approval of the visa petition for Valentina – this means that ninety percent of the process is compete (though for us it has taken way too much time). now she only need her medical exam and interview at the us embassy in kiev. if the rest goes well we’ll be able to return to america in october or november to get married.
in peace, Liam
(ecco l’italiano)
tra questi sei mesi in america mi sono trasferito sette volte. senza Valentina non volevo metterci le radici. dormo questa settimana a casa di mia figlia Mandy e sua bella famiglia. parto venerdì il 19 agosto per ucraina. così venerdì notte non dormirò affatto però sabato notte dormirò di nuovo accanto moya dorogaya Valentina. invece di sentirmi emozionato mi provo un gran senso di sollievo che tra poco saremo insieme. in febbraio quando ho lascito Valentina da sola in ucraina, il pianeta terra era sull’altra parte del sole – circa 470.000.000km da qui. contrario al nostro bel viaggio in bici l’estate scorso, abbiamo fatto quel lungo viaggio intorno il sole a parte. adesso dobbiamo trovarci di nuovo, riconoscerci e continuare il prossimo viaggio sempre insieme.
anche in questi sei mesi ho imparato un po’ sul mestiere del falegname, ho guadagnato un po’ di soldi e ho passato un bel tempo con i nipotini, Molly Kate e Ben. il lavoro di falegname mi ha trattato l’occasione di lavorare con gli uomini. per la maggioranza della vita ho lavorato con le donne, i bambini o da solo e ho evitato gli uomini. ho scoperto che gli uomini non sono tutti cattivi ed io sono capace di sopportarli. e senza altro il tempo passato coi nipotini pure era una gioia pura.
nel mese di luglio ho compiuto sessant’anni, ha passato il mio esilio da ucraina, ho preso decisione di ritornarci, ho comprato il biglietto di aereo poi ho ricevuto la lettera dall’immigrazione americana che ha annunciato la approvazione della petizione del visito americano per Valentina – vuol dire che per novanta percento il processo va avanti molto bene (anche se a noi ci volevo troppo tempo). rimane che lei prove l’esame medico e l’intervista all’ambasciata americana a kiev. se tutt’altro va bene possiamo tornare insieme in america in ottobre o novembre per sposarci.
nella pace, Liam
Tuesday, May 10, 2011
aspettiamo quietamente, ragionevolmente e onestamente
versione italino (see english version below)
9 maggio, 2011, louisville, ky, usa
aspettiamo quietamente, ragionevolmente e onestamente
adesso fa tre mesi che aspetto Valentina. come sapete già, il governo ucraino mi ha richiesto che il tre febbraio 2011, me ne sia andato fuori il paese per il minimo di sei mesi. contemporaneamente, il governo americano non ha concesso a Valentina il visto di accompagnarmi in america. così siamo separati a caso dei nostri governi - io a louisville, kentucky, usa e Valentina a sofìyevka, kherson, ucraina. non sono riuscito di immaginare di lasciare in dietro maya daragaya Valentina. sembrava e adesso sembra uno sbaglio, una ingiustizia, una rapina del nostro tempo prezioso insieme e i nostri progetti collaborativi. nonostante il nostro momento difficile sono grato di aver avuto l’occasione di vedere il paese di Valentina e incontrare la sua famiglia e i suoi amici. come sono sempre fortunato, anche in ucraina ho incontrato molte persone tanto gentili quanto sono buone.
nei miei primi giorni qui in america ho letto un articolo sul new york times http://tmagazine.blogs.nytimes.com/2011/03/25/the-accidental-activist/
su di Sean Penn e il suo lavoro umanitario di più di un anno in haiti nel dopo-terremoto. lui, che in questo periodo abita nella tenda in un campo di spostamento, era citato nell’intervista così, "amo l'umanità ma non mi piace la gente." mi l’ha ricordato che qualche anno fa, ho scritto sul mio sito di fotografia così, "mi sono innamorato dell'umanità e questa mi spinge di fotografare.” comunque, guardando in dietro a quel momento della vita sarebbe stato più vero, più onesto di aver detto, "mi sono innamorato delle donne e questa mi spinge di fotografare le belle donne a modo affascinante, sensuale ed erotico". la vita si cambia e oggi direi diversamente, "mi sono innamorato di una donna sola, ci sono molte persone, maschie e femmine, di cui voglio molto bene, e non mi piacciono per niente le istituzioni della società - quelle che separarono la gente, che controllano la gente, che manipolano la gente, che eppure uccidono la gente per motivo egoista."
avendo detto così, non so dove esisti nel mondo un posto per noi, io e la mia Valentina? a volta viene in mente di fuggire dalla società per vivere nella giungla amazzone da soli o con la tribù primitiva. quando era bambina mia figlia Clara, avendo visto il film “the gods must be crazy” sui boscimani del kalahari, ha detto, "quando sarò grande vorrei essere una boscimana perché non si deve andare a scuola ne fa pulire la camera di letto." forse aveva ragione? nel fra tempo vivo la vita così - ringrazio gli angeli per tutti gli atti della gentilezza che regolarmente mi sono concesso e cerco di dare agli altri qualcosa da me che possa ispirare i sentimenti umani più alti e se non ho niente di darli tento di rimanere “invisibile” così io non gli dia fastidio né li ostacoli.
questa volta in america vivo non come prima. non faccio artista e non sto in mezzo delle donne. invece lavoro come falegname con tre uomini al Saint Matthews fence and deck. lavoriamo sempre fuori e di solito ascoltiamo la musica classica mentre lavorando. non fuma nessuno. non beve nessuno la birra (a lavoro). non ci critichiamo e non facciamo la rivalità. il proprietario, si chiama Peter Burkhart, è un uomo buono e onesto. è laureato col master di servizio sociale e fa molto lavoro volontario per aiutare le persone senza tetto. ha iniziato un progetto di raccogliere le biciclette, sistemarle e farle disponibile a poco prezzo ai poveri. lui lavora insieme con noi sempre col rispetto e l’incoraggiamento. Pete Chamberland ha lavorato sei anni con Peter. lui ha viaggiato molto e va regolarmente nelle filippine. fa molti anni che ha studiato il tai chi e l’arte marziale. Paul Long è laureato recentemente col master di ingegnere meccanico. lavora con noi finché non trova un lavoro come ingegnere. quest’inverno ha viaggiato in india e ci ha fatto molto il ciclista. come me, va in bici ogni giorno a lavorare. con le crisi, anche qui in america, sono fortunato di aver trovato subito questo lavoro e sono ancora fortunato di lavorare con tre uomini tanto bravi quanto sono interessanti. ho la quotidiana irreggimentata - mi sveglio alle sei e ventuno, faccio lo yoga e la meditazione, preparo il nostro pane lievito madre, mangio la prima collazione buona, vado in bicicletta lontano a lavorare. lavoro da solo come falegname anche il fine settimana per pagare (come baratto) l'avvocata di immigrazione, Angela Kortz-Funke.
non ho "la casa di gioia" mia. abito nel seminterrato, una stanza, dalla casa del mio caro amico Charles Ellis, sua moglie, Shannon, e loro figlia, Renee che compie quattro anni domani. hanno la bella famiglia che sta per crescere - tra pochi mesi nascerà un figlio. i primi due mesi in america abitavo per la gentilezza e la generosità (senza fine) dal mio buon amico Steve McCool, sua moglie Melanie e loro figlio, Brandt. questa settimana mi trasferisco di nuovo – un altro seminterrato però con il bagno e la cucina. anche questa sarà temporanea. quando sarà arrivata Valentina scegliamo un posto insieme.
posso regolarmente il buon tempo con mia figlia Mandy e sua bella famiglia (Deck, Molly Kate e Ben), anche come baby sitter. Molly Kate, che compierà tre anni in giugno, è intelligente, divertente e gioca e si arrampica senza paura come suo nonno. Ben, che è nato il 18 febbraio, sta crescendo rapidamente e cambia un giorno dall’altro. Mandy e Deck fanno i genitori ideali. per la nascita di Ben è venuta mia figlia Clara con il suo fidanzato, Sean ma solo per pochi giorni. loro abitano in Virginia cerca cinque cento chilometri da qui. stanno parlando di traslocarsi qui però a questo punto, purtroppo, sia solo il parlare.
io e Valentina avevo l'idea di andare in america insieme, di presentarla agli amici e la bella natura americana e di fare dei nostri progetti insieme. invece passiamo un giorno dopo l'altro lontano senza sapere precisamente quando finirà l’attesa. dovrei tenere in mente il cito del nostro maestro che ha scritto l’altra volta Valentina: ”la vita mette in ordine tutto a modo suo, non a modo nostro, e non dovremmo essere irritati su di quello ma aspettare quietamente, ragionevolmente e onestamente. a volte pensi che la vita fa contro di quello che vuoi, ma alla fine lei fa lo stesso, solo a modo suo.” (L. N. Tolstoj).
Liam-Valentina
english version –
9 may 2011, louisville, kentucky, usa
we wait quietly, reasonably and honestly
it’s been three months now that I’ve been waiting for Valentina. as you know, on february 3, 2011 the ukrainian government asked me to leave the country for at least six months and at the same time the american government did not grant Valentina a visa to accompany me in america. so we’re separated by our governments – me in louisville, kentucky, usa, Valentina in sofìyevka, kherson, ucraina. I couldn’t imagine leaving Valentina behind. it seemed and seems now a mistake, an injustice, a robbery of our collaborative projects and our precious time together. in spite of this, our difficult moment, I’m happy to have seen Valentina’s country and to have met her family and friends. as I’m always fortunate, also in ukraine I met kind and good people.
in my first days in america i read an article in the new york times http://tmagazine.blogs.nytimes.com/2011/03/25/the-accidental-activist/
about Sean Penn and his year of humanitarian work in post earthquake haiti. during this time he has lived in a displacement camp tent. here is a quote from his interview, “i’m love humanity (but) i don’t like humans.” it reminded me of something i wrote on my photography site a few years ago, “i’m in love with humanity and this pushes me to photograph. however, looking back at that moment of my life, it would have been more true, more honest had i written, “i’m in love with women and this pushes me to photograph beautiful women in a charming, sensuous, erotic manner.” but life changes and now I would say it differently, “i’m in love with one woman only, there are many persons, male and female for whom i care deeply, and i don’t like in the least the institutions of society – those that separate people, that control people, that manipulate people, that even kill people for selfish motives.”
having said this, i don’t know where on earth might exist a place for us, my Valentina and i? at times it comes to mind to escape from society to live the amazonian jungle, either alone or with a primitive tribe. when, as a small child, my daughter Clara watched the film “the gods must be crazy” about the bushmen of the kalahari, she said, “when i grow up i want to be a bushman because they don’t have to go to school or clean up their room.” perhaps she was right? in the mean time i live my life like this - i thank the angels for the many acts of kindness regularly bestowed on me and i seek to give to others something of myself that may inspire in them the higher human sentiments and when i have nothing to give, i attempt to remain “invisable” so as not to annoy or impede them.
this time in america i don’t live like before. i’m not an artist in the midst of women. instead i work as a carpenter with three men at Saint Matthews fence and deck. we always work outside and we usually listen to classical music while we work. no one smokes. no one drinks beer (at work). we don’t criticize one another or engage in rivalry. the owner, Peter Burkhart, is a good, honest man. he has a masters in social work and does a lot of volunteer work for the homeless. he initiated a project to collect bicycles, put them in good working order and make them available to homeless people at a nominal price. he works with us always showing respect and encouragement. Pete Chamberland has worked with Peter for six years. he has travelled a great deal and goes to the philippines regularly. he has studied tai chi and martial arts for many years. Paul Long recently got his masters in mechanical engineering. he’ll be working with us until an engineering job opens for him. he spent this past winter bicycling in indian. like me, he bicycles to and from work each day. with the economic crisis, also here in america, i’m fortunate to have found work straight away and more fortunate to work with three good, interesting guys. i have a regimented daily life – i wake at six twenty-one, do yoga and meditation, prepare our sourdough bread, eat a good breakfast and bicycle to work. i work also on weekends alone building a deck (a barter) for our immigration attorney, Angela Kortz-Funke.
i don’t have my house of joy. i live in a basement room in the house of my dear friend Charles Ellis, his wife Shannon and their daughter Renee, four years old today. it’s a growing family – in a few months their son will be born. the first two months in america i lived by the kindness and generosity of my good friend Steve McCool, his wife Melanie and their son Brandt. this week i will move again – another basement, however, with it’s own bathroom and kitchen. this will also be temporary. when Valentina arrives we’ll decide on a place together.
it’s wonderful to spend regular time with my daughter Mandy and her beautiful family (Deck, Molly Kate and Ben), also as a baby sitter. Molly Kate, who will be three in june, is intelligente, fun and she plays and climbs fearlessly like her nonno (grandfather). Ben, who was born 18 february, is rapidly growing and changes from one day to the next. Mandy and Deck are the ideal parents. when Ben was born, my daughter Clara and her companion, Sean came for a few days. they live in Virginia about three hundred miles from here. they’re talking of moving here but at this point, unfortunately, it’s just in the talking stage.
Valentina and I had the idea to come to america together, to introduce her to friends and to the beauty of nature here and to work on our joint projects together. instead we pass one day after another far apart not know exactly when the waiting will end. i will also have to keep in mind the quote from our maestro which Valentina posted on the blog several weeks ago: “life puts in order all in it’s own way, not in our way, and we mustn’t be irritated by that but wait quietly, reasonably and honestly. at times you think that life is against what you want, but in the end it does the same, only in it’s own way.” (L. N. Tolstoy)
Liam-Valentina
Tuesday, March 1, 2011
scrive Valentina
(italiano - see english below)
25 febbraio, 2011 Sofiyvka, Ucraina
Non ero mai apparsa come la scrittrice sul nostro blog che è stato creato insieme con la gente, per comunicare con i parenti e gli amici lontani, durante il nostro viaggio in bici e non solo. Io una di quelle che spesso sbaglia ma sono grata proprio ai miei sbagli che ancora mi permettono di imparare e di avere questo dono di essere imperfetta. Per esempio si può trovare le cose migliori, che qui scrivendo - sono parte della natura e mi sento responsabile per il suo fiato profondo e caso mai se faccio la scrittrice prima e l’ultima volta qui, significa che sono andata a respirare, con Drugiok (si traduce come amichetto − il cane bianco, guardi sul blog, che una volta moriva ed io pensavo di un uomo che era stato lui a sparare invece ancora avevo sbagliato, Drugiok era ferito con l’altra cosa; ma stamattina quando l’ho visto, lo stesso, io ho chiesto scusa per i miei pensieri sbagliati). Quindi non so cosa succede con la nostra storia e il nostro blog sono sola con la bici in Ucraina. Liam in America. La guerra fredda si continua. Probabile dobbiamo congelare anche il nostro blog. Ma prima non posso evitare di notare e ringraziare tutti che hanno condiviso la sua vita con la nostra. Voglio ringraziare a Charles Ellis ch’e’ sempre in presente come l’amico sincero, Patrizia che la amo per l’anima gemella con Liam, Molly per il suo affetto gentile, la famiglia Decker per il suo nido forte, che unisce con i suoi uccellini meravigliosi (tanti auguri per l’ultima vostra opera- Ben), la famiglia McCool che ha dato gentilmente a Liam un posto tranquillo a casa loro, e tutti gli amici di Liam che la sua presenza si sentiva come l’aria fresca. Vorrei vedere e conoscere gli occhi di tutti. Non posso dimenticare una persona, sconosciuta da noi, che mi aveva sollevato dopo la situazione con la dogana di Bulgaria - ha condiviso con noi il suo entusiasmo sul nostro blog (bicycle clown – Alvaro Neil); tutti quelli viaggi con i suoi spettacoli fanno sorridere l’anima mia. Grazie!
Ho tradito la mia abitudine di non scrivere, perché vorrei condividere quello che sento. Ho la domanda: perché esiste la separazione, perché esiste il dolore, spesso creato da noi stessi? Non voglio dedicarmi ai nostri governi che ci hanno ostacolato di continuare il nostro progetto di andare al posto come Jasnaja Poljana, presso Tula di Lev N.Tolstoj, non voglio pensare alla gente che lavora insieme con loro per partecipare di aiutare distribuire la separazione e la sofferenza della gente. Ha detto L.N.Tolstoj una volta: ”Tutto ché è ragionevole, quello é impotente, ma tutto quello che è follia creativamente produttivo”. Ho pensato di andare da sola, in bici, a Jasnaja Poljana ma come? Non sono veramente sicura senza Liam e poi anche lui studia con me i suoi lavori ed eravamo interessati insieme per condividere questo viaggio e immergersi, ripeto, insieme! nella natura tolstojana. E quindi dove va la vita mia? Certo se non mi tormento con i miei dubbi: iniziare e poi lasciare qualcosa e poi magari ancora iniziare e fra quando? etc., quindi, voglio dire: ”Se finita quella lotta dentro di me significa che sono morta, se ci sono dubbi e sbagli con i tormenti - al contrario”. Forse devo lasciare accadere le cose e… pensare per esempio del nostro matrimonio banale (eravamo già sposati in Sicilia, in Grecia, in Turchia, in Ucraina, ora proviamo in America anche per il governo) ma…lo stesso. In realtà vorrei solo indietro una parte di me, tutta quella parte che fa la mia vita imbrogliata, più semplice e facile quella parte che riempie l’anima mia? Liam, la tua presenza vicino, mi dice che tutto va bene - in qualsiasi momento c’è il tuo consiglio o solo il tuo sguardo silenzioso che dice: ”Valentina sei protetta dal tutto male che può esistere nel mondo”. Questa nostra avventura con la bici era stata come un sogno; sono stata con te nei paesi delle meraviglie, dove eravamo uniti in posti sperduti, pieni dei paesaggi incontaminati, dove c’era spazio senza la fine, dov’era facile respirare in silenzio o con i canti dei uccelli, dove i pensieri puliti e i nostri cuori battevano tranquillo e si univano con i battiti vivi della natura. Sono grata per la tua capacita di strappare la gente dalla vita quotidiana da quello che stringe. Tutto questo mi manca. Il mio dottore questi giorni ha detto una volta cosi:
”La vita mette in ordine tutto a modo suo, non a modo nostro, e non dovremmo essere irritati su di quello ma aspettare quietamente, ragionevolmente e onestamente. A volte pensi che la vita fa contro di quello che vuoi, ma alla fine lei fa lo stesso, solo a modo suo.” (L.N.Tolstoj).
Valentina-Liam
(english)
25 February, 2011 Sofiyvka, Ukraine
I was never among the writers on our blog, which was created together with others to communicate with far away family and friends during our bicycle trip and not only. I’m one who often makes mistakes yet I’m grateful for my mistakes that permit me to learn and have this gift of being imperfect. For example, one can find better things than writing here – I’m a part of nature and I feel responsible for it’s deep breath and if I am a writer before and the last time here, it means that I’ve gone to breath with Drugiok (translated as “little friend” – the white dog, see blog, that one time was dying and I thought of a man who could have shot him, instead again I was mistaken, Drigiok was injured with something else; but this morning when I saw the same man, I asked his pardon for my mistaken thoughts). Then I don’t know what happens with our story and our blog. I’m alone with the bicycle in Ukraine, Liam in America. The cold war continues. Probably we must also freeze our blog. But before, I can’t avoid noting and thanking all who shared their lives with ours. I want to thank Charles Ellis who is always present as a sincere friend, Patricia who I love for her twin soul of Liam, Molly for her kind affection, the Decker family for its strong nest that unites with its wonderful little birds (many wishes for their last work - Ben), the McCool family who have given Liam a place of tranquility in their home, and all the friends of Liam who feel his presence like fresh air. I would like to see and know the eyes of all. I can’t forget a person unknown to us who uplifted me after the situation with the Bulgarian immigration – he shared his enthusiasm with us on our blog (bicycle clown – Alvaro Neil); all those trips with his performances make my spirit smile. Thank you!
I betrayed my habit of not writing because I would like to share that which I feel. I have a question: why does separation exist, why does pain exist, often created by ourselves? I don’t want to dedicate myself to our governments who have obstructed us from continuing our project to go Yasnaya Polyana of Lev N. Tolstoy near Tula, I don’t want to think of the people who work together with them to participate in helping distribute the separation and the suffering of people. L.N. Tolstoy once said: All that is reasonable is impotent, but all that is crazy, creatively productive.” I thought to go alone by bicycle to Yasnaya Polyana but how? I’m not really secure without Liam and then he studies his works with me and we were interested together to share this trip and immerse ourselves, I repeat, together!, in the tolstoyan nature. And then where does my life go? Certainly if I don’t torment myself with my doubts: to begin then leave something and then maybe begin again and until when? etc., then, I want to say: “If that fight within me finishes it means I’m dead, if there are doubts and mistakes with torment – the contrary.” Perhaps I must let things happen and ... thinking for example of our banal wedding (we were already married in Sicilia, in Greece, in Turkey, in Ukraine, now we try in America also for the government) but ... the same. In reality I would like only a part inside of me, all that part that makes my entangled life more simple and easy, that part that fills my soul? Liam, your presence near tells me that all is well – in any moment there’s your advise or only your silent gaze that says, “Valentina, you are protected from all bad that can exist in the world.” Our bicycle adventure was like a dream; I was with you in the countries of wonder, where we were united in lost places, full of uncontaminated landscapes where there was space without end, where it was easy to breath in silence or with the song of birds, where clean thoughts and our hearts were gently beating and they were united with the beating lives of nature. I’m grateful for your ability to tear people away from the daily life that grips them. All this I miss. My doctor these days once said it like this:
“Life puts everything in order in its own way, not in ours, and we mustn’t be irritated by that but wait quietly, reasonably and honestly. At times I think that life is against what I want, but in the end it does the same, only in its own way.” (L. N. Tolstoy).
Valentina-Liam